mercredi 30 juillet 2014

BREAKING NEWS! SWAP VALUTARIO TRA SVIZZERA E CINA

La Svizzera ha firmato un accordo commerciale con la Cina secondo il quale parte dei pagament utilizzati per effettuare transazioni commerciali tra i due Paesi potranno essere effettuate direttamente in Yuan (codice ISO 4217 CNY quello non tradabile, CNH quello tradabile) o in Franchi (CHF).



Le due banche centrali hanno infatti firmato un accordo di swap bilaterale fino ad una cifra pari a 21 miliardi di Franchi.



Questa decisione aggiunge un tassello alla strategia di internazionalizzazione messa in atto da Pechino che, gradualmente, sta cominciando (o meglio ha cominciato) ad imporre (o chiedere, a seconda delle sfumature che si vogliono dare a questo fatto) la propria valuta al fine di elevare lo Yuan a fianco del dollaro americano come valuta di riserva mondiale. Ricordiamo alcuni dati a riguardo:





1) La banda di oscillazione dello yuan (che adesso è legato ad un paniere di diverse valute e non soltanto al dollaro americano, nello specifico USD, EUR, JPY, Won Sud Coreano, con porzioni più piccole di GBP, Bath Tailandese, RUB, AUD, CAD, SGD) è passata da +-0.5% a +-1% il 13 Aprile 2012 ed è probabile che nell’ambito del processo definito dalla stessaa People Bank of China come auto-indotto, controllabile e graduale venga ulteriormente aumentata entro la fine del 2014 (infatti è aumentata a +-2% su base daily).



2) Le parità centrali tra lo Yuan ed altre major si sono mosse così:

a. dalla fine del 2012 a metà 2013 (giugno):

i. USD/CNY: parità centrale 6.1787 in aumento dell’1.73%

ii. EUR/CNY: parità centrale 8.0536 in aumento del 3.28%

iii. JPY/CNY: parità centrale 6.2607 (ogni 100 yen) in aumento del 16.68%

b. dal 2005 a metà 2013 (giugno) – ossia da quando c’è stato il de-peg dal dollaro

i. USD/CNY: apprezzamento dello yuan del 33.95%

ii. EUR/CNY: apprezzamento dello yuan del 23.34%

iii. JPY/CNY: apprezzamento dello yuan del 16.89%

3) Il trading diretto tra le major e lo yuan nella prima metà del 2013 è stato pari a :

a. USD: 10.8 trillion CNY

b. EUR: 112 billion CNY

c. JPY: 710 billion CNY (secondo incremento del 750% nella prima metà 2013)

d. HKD: 53 billion CNY

e. GBP 2.5 billion CNY

f. AUD 47.2 billion CNY (incremento maggiore del 2.130% nella prima metà 2013).





Lo yuan cinese, dopo aver ricoperto per anni il ruolo di valuta sottovalutata rispetto al dollaro americano al fine di ottenere competitività internazionale in grado di supplire alla mancanza di domanda aggregata interna è stato recentemente lasciato maggiormente libero di fluttuare nei confronti del dollaro americano e delle altre major, con il risultato di aver assistito ad un suo graduale apprezzamento contro le altre valute mondiali. Questo è da interpretare come un primo passo, da parte della Cina, per ottenere un ruolo di valuta di riferimento per il sistema mondiale, il che molto probabilmente arriverà, ma non a breve. A testimonianza di questa volontà abbiamo diversi flussi di pagamento che sono stati accettati da parte di Paesi esteri direttamente in yuan. Pensiamo per esempio agli ultimi accordi in termini temporali tra Cina e Russia, che sta vendendo il petrolio accettando pagamenti direttamente in yuan. Essa ha accettato di ottenere yuan (ed inserendoli dunque nelle proprie riserve di portafoglio) come contropartita delle proprie merci per due ragioni fondamentali. La prima è che essi, come gli altri Paesi che hanno accettato queste tipologie di pagamenti, credono che lo yuan si andrà ad apprezzare nel tempo. La seconda è che, una volta apprezzatosi, sarà pronto per ricoprire un ruolo di co-protagonista insieme al dollaro americano, che non potrà disfarsi velocemente a causa delle grosse riserve detenute proprio dalla Cina.



In quest’ottica, l’idea di scommettere su una rivalutazione dello yuan sembra buona, ma occorre valutare fattori tecnici di non poco conto, soprattutto per chi volesse posizionarsi strategicamente a favore dello yuan. Occorre sapere che non è possibile investire direttamente sulla valuta cinese (denominata CNY), ma che bisogna rivolgersi ad un mercato parallelo (denominato CNH) che risulta decisamente meno liquido del primo, ma senza il quale a causa dei controlli sui capitali ancora in atto da parte delle autorità cinesi, non è possibile lavotrare in ottica di investimento. Il mercato spot appare un ottimo strumento per ottenere dei buoni guadagni in ottica di breve periodo. Con buone marginature (si parla di una media di 17.50 euro ogni 1000 dollari scambiati) e degli spread contenuti (nei dintorni di 20 pips) è possibile lavorare sfruttando le oscillazioni intraday che risultano comunque abbastanza contenute (nella prima metà del 2013 la salita maggiore intraday è stata dello 0.20% - 126 pips, mentre la discesa più ampia è stata pari allo 0.15%, ovvero 91 pips). Oltre a questo, rimanere lunghi di valuta cinese porta ad ottenere dei guadagni anche in termini di differenziale di tasso ogni notte, grazie al meccanismo di rollover delle posizioni. Ci siamo espressi in ottica di breve periodo però in quanto non reputiamo ancora il momento di prendere posizionamenti strategici, se non di importi molto controllati. Fino a quando le bande non saranno riviste il mercato potrebbe oscillare da entrambe le parti rispetto alle parità centrali (nella prima metà del 2013 abbiamo avuto su 113 giorni di trading un mercato in salita per 59 giorni contro discese per i restanti 54). Nel momento in cui ci si avvicina alla parte bassa della banda, acquistare a leve basse la divisa cinese contro il dollaro sembra comunque una buona idea.




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