lundi 29 décembre 2014

regime amministrato e dichiarativo - quale conviene ?

Buongiorno Traders,



In questo post cercherò di rispondere alla domanda se sia preferibile il regime dichiarativo oppure il regime amministrato cercano di analizzare quali punti siano a favore e quali a sfavore di ciascuno dei due.



Con il regime dichiarativo il broker sceglie di provvedere in proprio al conteggio delle imposte ed al pagamento delle stesse mediante il modello F24 e successivamente a tale pagamento dovrà provvedere autonomamente alla compilazione della dichiarazione dei redditi ovvero il modello UNICO.



Con il regime amministrato il trader sceglie di affidare al broker tutte le incombenze riguardanti sia il conteggio delle imposte e relativo versamento sia di trasmissione degli importi al fisco non dovendo occuparsi di nessuno degli aspetti riguardanti la tassazione.



In prima battuta sembrerebbe quindi che il regime amministrato possa battere uno a zero il regime dichiarativo, tuttavia il regime dichiarativo contiene delle insidie che vale la pena analizzare con maggiore attenzione prima di formulare il giudizio.



La prima particolarità del regime amministrato consiste nel prelievo dell'imposta che viene generalmente effettuato dal broker operazione per operazione oppure sulle operazioni chiuse nella singola giornata.



Questo significa che se il 23 aprile 2014 avessi chiuso una operazione in profitto di 100 euro la sera stessa avrei ottenuto l'accredito del netto di 80 euro mentre se la stessa operazione di 100 euro fosse stata chiusa il 20 luglio 2014 l'accredito netto sarebbe stato di 74 euro. Il trader con il regime dichiarativo si vedrà invece accreditata sempre la somma al lordo dell'imposta, ovvero 100 euro.



Qualora successivamente alla chiusura dell'operazione in attivo si verificassero delle perdite il trader con il dichiarativo potrebbe ancora compensare mentre il trader con l'amministrato non potrebbe dal momento che l'imposta è stata già scontata nell'operazione precedente.



Non vi è dubbio che a lungo andare l'anticipo dell'imposta al giorno di chiusura delle operazioni porta ad un peggioramento della equity del trader nella misura dell'imposta che attualmente è del 26%.



Dal momento che i trader utilizzano il capitale come materia prima della loro attività sembrerebbe non molto sensato privarsi in anticipo di oltre un quarto dell'equity. Sebbene non fosse un trader mio nonno diceva spesso che "per pagare le tasse e per morire c'è sempre tempo" ... come dargli torto ?



Proseguendo con gli esempi se ipotizziamo ora una serie di trade chiusi nel mese di gennaio. In questo caso il trader con il regime amministrato si vedrà tolto subito il capitale mentre il trader con il regime dichiarativo avrà fino alla estate dell'anno successivo per provvedere al pagamento dell'imposta e quindi avrà la possibilità di utilizzare il capitale destinato a fisco per farlo fruttare ancora per un anno e mezzo circa.



Per le operazioni chiuse nel mese di dicembre il trader avrà "solamente" 6/7 mesi per mettere a profitto la parte di capitale destinato ad imposta.



La data del 16 giugno per il pagamento delle imposte è solitamente differibile di un mese con una sopratassa dello 0,40% ed inoltre è solitamente oggetto di proroga, quindi spesso si slitta attorno al 7/8 luglio per la scadenza tradizionale ed addirittura ad agosto con maggiorazione dello 0,40%.



Ma le insidie non sono terminate: nel mese di dicembre 2013 i trader che hanno scelto il regime amministrato si sono trovati con l'amara sorpresa di dover versare un acconto sulle imposte di trading grazie ad una legge confezionata ad hoc in pochi giorni.



Questa "trovata" (anzi questo abominio) impone ai broker di prelevare dal conto dei propri trader amministrati un ulteriore importo pari al 100% dell'imposta già prelevata facendo di fatto schizzare il prelievo effettivo al 52% !!!



Certamente trattandosi di acconto sulle imposte lo stesso verrà utilizzato per sopperire al versamento dell'imposta nell'anno successivo ma, come ho già detto, perché mai un trader dovrebbe rinunciare a metà dei propri profitti se gli stessi costituiscono lo strumento con i quali realizzare il guadagno stesso?



Nella speranza di non fare "il gufo" faccio presente che al momento l'acconto è dovuto solamente dai trader che scelgono il regime amministrato mentre i trader che hanno scelto il regime dichiarativo, possono continuare a svolgere la propria attività con molto più capitale a disposizione.



Le considerazioni sopra esposte possono chiaramente variare in ragione della capitalizzazione dei conti e dal momento che le imposte sono una variabile sia dei rendimenti medi di ogni singolo trader sia del capitale da essi investito



Pertanto alla domanda quale sia regime preferibile non esiste una risposta univoca, anche se gli esempi sopra riportati dovrebbero consentire a ciascuno una scelta consapevole.



Spero che questo post possa risultare utile ai trader e mi auguro di essere stato quanto più chiaro possibile, se così non fosse attendo i Vostri commenti.



MT




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